Trovare l’ispirazione, creare qualcosa di nuovo partendo dal mondo che ci circonda, sviluppare un processo creativo basato sulle forme e i colori in voga oggi o sull’iconografia del passato e arrivare così ad un progetto basato sul bagaglio visivo che ci portiamo dietro e che amiamo. Questo è il moodboard.
Lavorando nel cinema ci capita di aiutare registi e direttori della fotografia a illustrare al meglio le intenzioni stilistiche di inquadratura, scenografia, color-correction di un film, per spiegare lo stile generale dell’opera e a quali quadri, scene, oggetti si ispira. Soprattutto le ambientazioni vanno spiegate anche ai propri collaboratori, magari con brevi testi descrittivi e collage di immagini, in grado di evocare l’idea che abbiamo in mente.
Ma il moodboard non è solo la visualizzazione di idee per un film. Nato per il design e la moda, è utile per chiarirsi le idee in qualsiasi progetto creativo.
Per noi grafici il processo creativo è pane quotidiano e i moodboard vengono usati spesso per presentare i progetti più complessi. Si lavora sempre in gruppo, allenandosi a capire le descrizioni dei colleghi e dei clienti, attingendo a stili più o meno conosciuti, più o meno storici. Per questo il grafico esperto è in grado di capire il regista, l’architetto o l’artista quando descrive le sue idee e riesce a visualizzarle in una presentazione chiara, efficace, risolutiva.
Utile in tutte le presentazioni di progetti creativi, un moodboard ben fatto può determinare il successo di un progetto.
Come si fa ad essere veramente convincenti davanti ad un produttore o ad una giuria di gara senza una presentazione ben fatta e professionale? In Italia cominciamo solo ora ad adeguarci al metodo degli USA, in grado di creare l’atmosfera giusta in cui immergersi insieme al creativo, il regista, l’artista. RAI Cinema, ad esempio, da qualche anno ha cominciato a richiede il moodboard dei film in produzione a tutti registi con cui sta collaborando.